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Mercoledì 18 ottobre ore 21:00 presso il Qbo di Sommacampagna: incontro sulle cooperative energetiche
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2023: 60° Anniversario del Vajont
Il 9 ottobre 2023 ricorrerà il 60° anniversario del disastro del Vajont.
Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell’omonima valle (al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto), quando una frana di 270 milioni di metri cubi di roccia (un volume quasi triplo rispetto ai metri cubi di acqua contenuti nell’invaso) si staccò dal Monte Toc e, scivolando lungo il pendìo ad una velocità di oltre 100 km/h, precipitò nel bacino realizzato con l’omonima diga: la conseguente tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, prima distrusse alcune frazioni dei soprastanti paesi di Erto e Casso, mentre il superamento della diga da parte dell’onda generata provocò l’inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, causando la morte di 1.917 persone, tra cui 487 persone di età inferiore a 15 anni.
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico. Dopo la costruzione della diga si scoprì infatti che i versanti avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l’ente gestore e i suoi dirigenti, pur essendo a conoscenza della pericolosità, anche se supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolo i dati a loro disposizione, con il beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.
La Fondazione Vajont, in collaborazione con i Comuni di Erto e Casso, Longarone e Vajont ha organizzato una serie di eventi che si protrarranno per tutto il 2023, per commemorare quella che fu un’immane, ma “evitabile” tragedia. Il Vajont rappresenta ancora oggi, a distanza di decenni, un monito per le nuove generazioni contro ogni azione deturpatrice dell’uomo sulla natura, laddove il cieco perseguimento di interessi economici e mancanza di approccio etico rappresentano la prima causa di epocali disastri.
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