Corrono da tempo notizie che inventori stanno mettendo a punto tecnologie sempre più avanzate nel campo della cosiddetta realtà virtuale, in grado di allargare l’esperienza sensoriale di tutti noi. In tutte le loro applicazioni diffuse a livello planetario (telecomunicazioni, medico, didattico, ludico ecc…), queste tecnologie presentano, come elemento caratterizzante la capacità di “ingannare” il cervello, cioè di alterare la naturale percezione sensoriale – uditiva, visiva, tattile – un po’ come il classico miraggio dello specchio d’acqua nel deserto. Il nostro cervello infatti contestualizza le informazioni ricevute in passato e le adatta alla realtà presente. Questo meccanismo è molto presente nei bambini (guardo-copio–eseguo), che non a caso sono i più veloci ad assorbire queste nuove tecnologiche, ma anche i più vulnerabili.
Pur considerando gli innegabili benefici, senza un’adeguata introspezione, il rischio di una realtà virtuale è quello di mandare in corto circuito la nostra capacità di pensare in modo critico, senza edulcoranti Questo stesso pericolo riguarda, per analogia, anche il mondo dell’informazione, dove troppo spesso la meccanica assimilazione di concetti altrui preconfezionati, la paura per tutto ciò che, benché sensato, rompe con i nostri cristallizzati schemi mentali si mescola alla disabitudine a pensare in modo autonomo.
Si discute da diverse settimane sull’intenzione del governo di varare un decreto per rendere obbligatori ben 12 vaccini a tutti i bambini da 0 a 16 anni, pena la non ammissibilità degli stessi alla scuola dell’obbligo e multe salate per tutti i genitori che, allorché preoccupati di tutelare la salute dei propri figli contro eventuali effetti collaterali, si rifiutino prudenzialmente, di sottoporli a una tale mole di somministrazioni, fino addirittura all’affievolimento se non la perdita della patria potestà. Ora, senza addentrarci nel merito della valutazione circa il rapporto rischi/benefici di una profilassi preventiva di così estesa (la tanto invocata immunità di gregge con coperture sopra il 95% della popolazione), vorrei per un momento dribblare i titoloni delle ultime settimane con cui molti mass media stanno stringendo in un angolo il mio cervello portandomi ad un corto circuito il cui rischio è quello di perdere il senso della misura e piombare in una realtà pseudo virtuale.
I decreti sono costituzionalmente misure giustificate da casi di particolare necessità e urgenza. Ma siamo davvero sicuri che in Italia, diversamente dagli altri Paesi europei, siamo nel mezzo di un’emergenza epidemiologica? Personalmente mi sembra strano che su altri temi e altre emergenze quali mancanza di lavoro, povertà dilagante, sicurezza, corruzione, riforme ecc. non ci sia lo stesso fervore. Nemmeno, vedo, il governo ha fino ad oggi preso misure di urgenza per affrontare questi problemi. Senza tener conto che, se animato dalla stessa volontà di tutelare la salute pubblica, il governo dovrebbe adottare anche altre misure per combattere in modo più incisivo emergenze quali rifiuti/inquinamento, polveri sottili/inceneritori, emissioni inquinanti auto, sofisticazione di molti alimenti, abuso di zucchero, alcol, consumo giovanile di tabacco, gioco d’azzardo ecc… Su questi problemi si discute invece da anni con sospettosa pacatezza e colpevole calma, senza avvertire il bisogno di intervenire con urgenza per sradicare queste piaghe, al contrario, si fa e si disfa, si delega a regioni, comuni…insomma, tutto in ossequio al classico scaricabarile all’italiana.
I media in questi ultimi tempi hanno volutamente incoraggiato la diffusione di un mix di notizie, tutte apparentemente isolate fra loro ma, in realtà, legate impercettibilmente da un invisibile filo conduttore col quale si mira a sostenere che tutto ciò che non è approvato dalla comunità scientifica (o forse dalla lobby farmaceutica?) è nocivo, se non addirittura, criminale (riguarda i nostri figli!) e perciò sanzionabile Così si sono messi sullo stesso piano il caso del bambino vegano ricoverato d’urgenza in ospedale, con quello dell’ortopedico “spaccaossa”, la vicenda dei presunti provvedimenti disciplinari a carico del Dr. Rossaro , con quella dell’infermiera di Treviso che fingeva di vaccinare i bambini, la procedura di radiazione del Dr. Roberto Gava (contro cui egli ha fatto ricorso), fino ad arrivare al recente caso del bimbo morto per un’otite curata con l’omeopatia. I media hanno velatamente equiparato vicende di palese malasanità, o addirittura di reato con quelle dei cosiddetti medici “eretici”, rei di aver semplicemente portato avanti in modo scientifico (bada bene, non ascientificamente come goffamente strombazzato da guornalisti compiacenti) le loro idee, frutto di lunghi anni di studio e di pratica clinica, rappresentando una voce fuori dal coro del cconformismo dominante. L”assioma notizia=verità, l’agguato di un corto circuito del nostro cervello, l’alterazione , apparentemente rassicurante, della realtà (pensiamo noi al vostro bene, fidatevi!) hanno una duplice risultato, da un lato quello di instillare nell’opinione pubblica la paura verso tutto ciò che non è omologato e, dall’altro, quello di preparate il campo per un’accettazione passiva di un’imposizione calata dall’alto, nonostante questa riguardi una sfera così personale come la tutela alla salute individuale e sebbene vi sia l’ormai diffusa esigenza avvertita da fasce sempre più larghe della popolazione di rivendicare il diritto per la libertà di scelta terapeutica.
Grazie ai mezzi di informazione ho comunque apppreso con stupore che, quando ad un paziente con la gamba destra malata viene amputata la sinistra, la colpa è dell’inventore della chirurgia e non del chirurgo che gli ha tagliato la gamba sbagliata! Se è vero infatti che , semplificando, si cerca volutamente di screditare l’omeopatia dipingendola come inefficace se non pericolosa, è vero anche, per contro, che lo stesso si dovrebbe dire per la medicina ufficiale. Molte persone muoiono di tumore nonostante cicli di chemioterapia con i quali si cerca disperatamente di strapparli ad un funesto destino, e molte altre muoiono per qualunque altra malattia o peggiorano la loro condizione, nonostante il tentativo da parte dei medici di curarle con i farmaci convenzionali. Cosa dovremmo fare, mettere al bando tutti i farmaci? La differenza fra la medicina “ufficiale” e quella “alternativa” è che la prima, pur non dimostrandosi sempre vincente, è suffragata dal cosiddetto “protocollo”, che di fatto argina le responsabilità del medico per scelte terapeutiche talvolta non efficaci o conunque non sempre appropriate, mentre nel secondo caso, nella migliore delle ipotesi, l’intera branca della medicina viene tacciata di cialtroneria.. Se qualcuno viene danneggiato da un vaccino, o da un qualunque trattamento terapeutico, gli si dice semplicemente: ” abbiamo fatto il possibile, purtroppo , non ha risposto alla terapia, ci dispiace!”.
Alla fine, obbligo o non obbligo, teniamo sempre presente che LA SALUTE E’ NOSTRA!